L'Istituto BlueZ C, Civis Cidadania e PROBAAL, tre associazioni regionali per la tutela dell'ambiente, hanno annunciato in un comunicato di aver chiesto al Tribunale amministrativo e tributario di Loulé(TAF), il 3 luglio scorso, di "avvisare l'amministrazione dell'ovvio: la licenza del porto turistico di Faro è scaduta da anni".
In quella data, il gruppo di associazioni ha presentato "un'azione amministrativa" contro la Commissione di Coordinamento e Sviluppo Regionale dell'Algarve(CCDR), chiedendo "al giudice di fare ciò che nessun altro sembra disposto a fare: applicare la legge".
"Il problema è la Dichiarazione di Impatto Ambientale (DIA) rilasciata nel 2005 per il progetto della nuova Marina di Faro. Secondo le associazioni, la DIA è scaduta nel 2007 - diciotto anni fa - e qualsiasi tentativo di farla rivivere in seguito è, come minimo, giuridicamente discutibile", hanno dichiarato.
Il gruppo di associazioni ambientaliste contesta anche la Dichiarazione di Conformità Ambientale del Progetto Esecutivo (DECAPE), "rilasciata nel 2016 e modificata nel 2021", perché si basa "interamente su quella stessa DIA scaduta".
Per le associazioni, il progetto è un "castello di carte, costruito sulla sabbia, all'interno di un parco naturale", perché il porto turistico di Faro è previsto nell'area esterna all'attuale darsena della città, un'area all'interno del Parco Naturale di Ria Formosa.
Le associazioni fanno notare che il progetto prevede la costruzione di 277 posti barca, il dragaggio, la creazione di una piattaforma di discarica, aree commerciali ed edifici. Tuttavia, respingono l'idea che "un rapporto ambientale del 2005" possa essere considerato "attuale come se nulla fosse accaduto in 20 anni".
"(...) La posta in gioco è il rispetto della legge, in particolare della valutazione di impatto ambientale e del piano di sviluppo del Parco Naturale di Ria Formosa", hanno spiegato.
Le associazioni hanno chiarito che questa azione "mira a far dichiarare nulla la DIA e la DCAPE" e hanno sollecitato il tribunale a "intervenire prima che le draghe entrino in azione".
Il gruppo ha fatto notare che un'ingiunzione preliminare presentata dagli stessi querelanti il 17 dicembre per "fermare l'inizio dei lavori di costruzione della discarica che creerà il porto turistico" è ancora "in attesa di una decisione".
Le associazioni hanno annunciato il 19 dicembre 2024 di aver presentato una misura cautelare contro il progetto a causa di "gravi irregolarità procedurali" nella valutazione di impatto ambientale, che è vecchia di circa 20 anni e non riflette più le attuali conoscenze scientifiche.
Secondo le argomentazioni presentate nella misura cautelare, inoltre, il progetto causerebbe "perdite irreparabili" ai valori ambientali dell'area lagunare protetta di Ria Formosa.
All'epoca i ricorrenti ritenevano che il progetto "servisse interessi turistici e immobiliari" e potesse causare un "disastro ecologico" a Ria Formosa, classificata come parco naturale dal 1987.