"Sta andando molto bene. Non c'è mai stato uno sciopero così grande in Portogallo come questo. Posso fare un esempio: Il prezzo di Uberè triplicato per un viaggio da Almada all'aeroporto di Lisbona", ha dichiarato Tiago Sousa.
Gli autisti di veicoli non contrassegnati (TVDE) dal nord al sud del Paese si sono mobilitati per uno sciopero nazionale contro la tariffa imposta da Uber in due fasce orarie: tra le 7 e le 10 del mattino e tra le 17 e le 20 del pomeriggio.
"Quello che stiamo vivendo oggi è storico. Gli autisti sono uniti e finalmente fanno sentire la loro voce. Il nostro obiettivo è semplice: il rispetto della legge 45/2018 e la difesa di condizioni di lavoro eque. Le piattaforme non possono continuare ad agire al di sopra della legge e a sfruttare i professionisti che ogni giorno forniscono questo servizio essenziale", ha dichiarato Tiago Sousa.
Il leader del movimento Stop Uber, che sta promuovendo lo sciopero, ha spiegato che non è possibile quantificare quanti autisti abbiano aderito alla protesta, rivelando però che l'obiettivo principale "è che gli autisti non perdano il reddito".
"Gli autisti lavorano sull'altra piattaforma. Bolt è più richiesto", ha detto il funzionario, sottolineando anche che le due piattaforme [Uber e Bolt] "non forniscono corse eque agli autisti".
Tuttavia, secondo Tiago Sousa, a questo punto "Bolt ha già aumentato il prezzo due volte quest'anno e ci sono garanzie da parte del presidente [della piattaforma in Portogallo] che lo aumenterà ancora".
Secondo Tiago Sousa, la percentuale maggiore delle entrate degli autisti proviene da Uber, e il responsabile ha fatto l'esempio che, "in una corsa che costa 27/28 euro, l'autista riceve 13 euro e il cliente continua a pagare il prezzo alto" e gli autisti "ricevono una piccola percentuale del valore della corsa".
"La legge 45, che stabilisce che le piattaforme possono prendere solo il 25% del prezzo del viaggio, non viene rispettata", ha accusato, sottolineando che l'obiettivo principale dell'azione di oggi è "raggiungere un gruppo parlamentare o qualche entità che possa regolare questa situazione" e, soprattutto, "far rispettare la legge".
Il movimento si rallegra del fatto che "ci siano già membri dell'Assemblea della Repubblica che chiedono informazioni aggiuntive per poter agire politicamente su questo tema", ritenendo che questo sia "un segnale importante" del fatto che la lotta degli autisti stia iniziando a essere riconosciuta nei circoli decisionali.
Il movimento Stop Uber chiede l'apertura di un'indagine e di un processo di revisione sulle pratiche di fatturazione di Uber, oltre all'applicazione delle sanzioni previste dalla legge n. 45/2018, qualora le violazioni siano confermate.
Chiede inoltre un maggiore monitoraggio delle piattaforme elettroniche, garantendo il rispetto della legge e promuovendo una maggiore trasparenza nei contratti e nella definizione delle commissioni applicate dalle piattaforme.