In un comunicato, l'ERS afferma che la questione in questione è la "pratica dell'assistenza sanitaria da parte di un professionista non qualificato", ovvero servizi di medicina dentale e iniezioni di filler per il viso, che rappresentano un "pericolo imminente per la salute e la sicurezza degli utenti".
"Attraverso l'osservazione effettuata in loco, nonché le prove raccolte, è stato possibile confermare che in uno degli spazi del comune di Faro si stavano eseguendo atti medici e/o odontoiatrici da parte di un professionista sprovvisto delle necessarie qualifiche e abilitazioni e in spregio ai più elementari standard di qualità e sicurezza", si afferma.
Durante l'ispezione, l'ente regolatore ha confermato che "venivano eseguite procedure che prevedevano l'applicazione di tossina botulinica e biostimolanti, oltre a filler per il viso e il corpo con acido ialuronico iniettabile".
Queste procedure richiedono l'uso di farmaci o dispositivi medici la cui confezione "contiene l'indicazione per l'uso esclusivo da parte di un medico", poiché si tratta di "procedure invasive che comportano l'iniezione e l'inserimento di prodotti nella pelle".
L'ERS ha sottolineato che i fatti riscontrati e il pericolo per la salute e la sicurezza degli utenti hanno portato all'applicazione della "misura cautelare di sospensione immediata dell'attività" a causa dell'"esercizio non qualificato dell'assistenza sanitaria nel settore dell'estetica".
L'attività dello stabilimento in questione è stata sospesa nell'ambito di un'azione volta a garantire il diritto degli utenti ad accedere all'erogazione di un'assistenza sanitaria "adeguata e sicura" e a monitorare "il rispetto dei requisiti operativi vigenti", ha dichiarato l'ente regolatore.
Le strutture ispezionate si trovavano nel distretto di Faro e le azioni sono state innescate da una "serie di denunce che miravano a fornire assistenza sanitaria nell'area dell'estetica da parte di professionisti non qualificati", ha indicato.
La misura cautelare potrà essere "dichiarata estinta" quando sarà dimostrato che non esiste più alcun pericolo per la salute e la sicurezza degli utenti, ha chiarito inoltre l'ANEEL, che ha comunicato i fatti alla Procura della Repubblica.